Il Graal e i suoi vetusti centri iniziatici, si trovano ancora tutt'attorno a noi: alcuni su nude pietre, come quelle della necropoli sulla St Patrick's Isle; altri come spoglie rocche pietrose quali MontSegur; altri ancora sotto forma di strabilianti opere architettoniche come San Juan' de la Pena o la cattedrale di La Seo di Valencia. Nella Rosslyn Chapel presso Edinburgo viene ancora oggi mostrato il "Pilastro dell'Apprendista" che, dicono quelli del luogo, racchiude il Santo Graal. E qui gli iniziati dei Templari ricevono l'investitura dell'antico santo Ordine del Graal. Il culto del Santo Graal sopravvive......
Per Richard Wagner e Steven Spielberg il Graal è un calice; per quelli che erano presenti alla caduta di Gerusalemme nel 7O d.C. era un libro scritto da Gesù; per i primi cristiani europei un reliquiario contenente gli avambracci della Madonna e della Maddalena; per i francesi di oggi, infine, un culto degli zingari. Ma che cos'era, esattamente, il Graal? La nave e l'altare di Perceval? Il calice usato da Gesù Cristo nell'ultima cena? Una pietra che aveva il potere di donare l'eterna giovinezza? Per rispondere a questo interrogativo secolare, Norma Goodrich ha intrapreso un'avventura assai ambiziosa, seguendo il Graal nel suo itinerario dalla conquista della Spagna da parte di popolazioni semitiche dell'Africa, fino a San Pietro a Roma, al castello del Graal di re Artù e al rifugio in Spagna (a quel tempo Aragona) durante le persecuzioni dei cristiani volute dall'imperatore Valeriano. L'autrice ne ricostruisce la storia e la leggenda, scrostando tutte le fantasie e le mitologie che si sono stratificate su questo tesoro così suggestivo e riportando gli autentici fatti storici di uno degli oggetti più venerati della religione cristiana. Il culto del Graal fu costretto alla clandestinità dall'Inquisizione, dal mutare delle sorti politiche, dalle persecuzioni religiose, dai feroci nazionalismi, dai massacri delle crociate, e dai roghi degli eretici in Francia. Ma, nonostante tutte le avversità, il Santo Graal continua a riaffiorare, dall'Inferno di Dante al Parsival di Wagner, fino agli orrori del nazismo hitleriano. Ne il Santo Graal Norma Goodrich passa attraverso secoli di storie contraddittorie, separando i fatti dalla fantasia e, per la prima volta, rivelando la vera e definitiva storia del Santo Graal.
INTRODUZIONE: Questo libro si propone di portare a poco a poco allo scoperto il mai rivelato Santo Graal fino a farlo emergere dalla nebbia delle teorie che lo circondano. Dovremo partire dalla sua origine nel tempo e nello spazio se vogliamo seguirlo da lì a qui, da allora ad adesso. Il nostro maggior compito consisterà nel sollevare il velo dal Graal. In che cosa consisteva, esattamente, questo venerato oggetto? Che cosa ci rimane oggi di quanto è fiorito intorno a esso? Sappiamo che il Graal fu a lungo al centro di solenni cerionie, ma ignoriamo se queste fossero costituite da una sorta di sacra rappresentazione, una celebrazione ebraica, un rito preistorico analogo al battesimo cristiano, o all'eucaristia. Il Graal poteva essere tanto un oggetto quanto un gruppo di oggetti, come quelli adoperati oggi per celebrare la messa: ciborio, patena, bacile, corporale, messale. Era originariamente una reliquia sacra e segreta come la Sindone di Torino? O era la spoglia venerata di uno dei primi santi? Ancora oggi molte di tali reliquie si possono vedere nei tesori sotterranei delle cattedrali europee. Un antico visionario fu pronto a giurare che il Graal fosse in realtà un libro, uno dei libri perduti della Bibbia, scritto di suo pugno da Gesù Cristo. Altri sostenevano si trattasse del suo Preziosissimo Sangue. Possiamo già affermare che il Graal era venerato davanti a una tavola o a un altare, all'interno di un tempio come quello che, in Scozia, prese il nome di «Tavola Rotonda». Sappiamo anche che è stato, o è ancora, conservato a Genova, Valencia e New York. Ma forse il Santo Graal si trova in Scozia, a sud di Edimburgo. Qualcuno ha optato per l'ipotesi che si trattasse del prezioso, perduto Libro di Cristo; altri per l'idea che fosse un calice aureo tanto prezioso da accecare chi vi posava lo sguardo, o anche il piatto d'argento su cui poggiò la testa di un santo, oppure una ciotola, un calice, uno smeraldo, una pietra o un'arca, di inestimabile valore. Così, regnando la confusione, ci accingiamo alla riscoperta del Graal: sarà questa la nostra ricerca, questo il tema centrale del nostro lavoro. Quale carattere dovrà avere una prova per poterla accettare? Sembrerebbe che, considerando le dimensioni di questo problema irrisolto - un problema i cui limiti temporali sono da una parte la morte di Cristo e la caduta di Gerusalemme nel 70 d.C., e dall'altra questo secondo dopoguerra - si debbano accogliere e soppesare fonti della più svariata natura, dalle testimonianze oculari fissate su manoscritti risalenti al XII e XIII secolo, alle risultanze dell'esegesi biblica e del sapere non solo storico e geografico, ma anche della mitologia, intesa come documentazione di religioni estinte. La nostra Cerca dovrà mettere le ali se vuole attraversare in volo nazioni e secoli, dal 70 d.C. ai giorni nostri. Perché è vero che la venerazione del Santo Graal continua a vivere tutt'oggi, nel momento stesso in cui la snidiamo. Basterà un primo sguardo sommario a convincerci che davvero dobbiamo sorvolare tutta l'Europa e il Medio Oriente lungo un arco che in diciannove secoli copre la nostra storia: antica, medievale, moderna e contemporanea.
INDICE: I. Gesù a Gerusalemme II. Maria Maddalena a Marsiglia III. La regina Ginevra a Glastonbury? IV. Santa Teresa in Spagna V. Lancillotto in Francia VI. Parsival e la Germania VII. Esclarmonde nei Pirenei VIII. Re Artù in Scozia Conclusioni: II Santo Graal - Testi graaliani medievali - Lista delle fonti secondarie -Bibliografia - Indice dei nomi |