Maria Maddalena è stata un'invenzione, senza dubbio, una delle più belle e sensuali, ma anche una delle più emancipate della storia evangelica. Compare in tutte le svolte cruciali della vita di Gesù. Si mostra e rivela. Perfino troppo e troppo spesso, secondo i gusti degli evangelisti e dei primi apostoli, a cominciare da san Paolo, che cercherà incessantemente di farla dimenticare. È una figura importante che ci aiuta a vedere e la cui passione s'intreccia con quella di Cristo. Dunque di questo passo incrociato teologico, di queste 'passioni parallele' il saggio di Dauzat si occupa. Maria Maddalena è nel cuore della cristologia, anche se ne rappresenta una delle pietre di inciampo. È un mistero, e nemmeno l'unico. Innalzata a figura della Chiesa, Maria Maddalena non perde nulla dei suoi ‘equivoci’, della sua ‘felice polisemia’. È pietra di paragone di una certa pratica della fede. È un modello. È un piccolo compendio di vita spirituale, un vademecum della conversione che ricorda che "le questioni relative alle origini e ai fini ultimi passano per la donna. Il che sarebbe come dire che, per santificarsi, ciascuno deve farsi donna, e ciò per accedere all'uomo perfetto". Maria Maddalena, ovvero l'avvenire di noi tutti. Maria Maddalena, ovvero la necessità per un uomo di essere donna. |