A dispetto delle indicazioni fornite da Dante sui quattro piani di lettura delle sue opere, si continua ad assistere a una drastica divisione fra le interpretazioni, da una parte, di filologi e storici della lingua, che prediligono soprattutto il livello letterale, e dall'altra dei dantisti esoterici che privilegiano gli altri tre livelli: allegorico, morale e anagogico. Questa dicotomia dei commenti non risparmia la Vita Nuova, al centro della mai sopita polemica sulla figura di Beatrice, personaggio storico o pura allegoria, che nuoce anche al valore dell'opera, spesso relegata al ruolo di “romanzo” giovanile e di storia d'amore finita tragicamente. Occorreva pertanto compiere una sintesi che tenesse nella stessa considerazione il grande lavoro sul testo dei critici accreditati e le interpretazioni degli esoteristi, capaci fra l'altro di chiarire i passi definiti “oscuri” dai dantisti “ufficiali”. Un'operazione unitaria mai prima d'ora attuata in Italia, che offre al lettore la possibilità di formarsi un'opinione personale confrontando le varie tesi e seguendo il testo dantesco a fronte della traduzione in italiano moderno. E proprio con lo scopo di facilitare al massimo la lettura sono state abolite del tutto le note extratestuali. Il saggio si propone di ridare alla Vita Nuova la sua reale importanza che travalica il pur grandissimo valore letterario: è il più fulgido esempio di prosimetrum, abbinamento di prosa narrativa, saggistica e poesia, degno di un romanzo sperimentale ante litteram, ma è anche l’autobiografia del progresso spirituale di Dante, di cui ripercorre tutte le tappe fino dall’inizio del suo apprendistato (il primo incontro con Beatrice). Per riuscire in questo intento era necessario restituire a Beatrice il ruolo che le compete, che va ben al di là della figura storica sostenuta dagli strenui difensori del livello letterale, e nello stesso tempo produrre le “prove”, ricavate dalle parole stesse di Dante, dell'appartenenza del poeta all'Ordine Templare. Ed è proprio la Gnosi Templare la chiave di lettura necessaria per comprendere tutta l'opera di Dante al livello più alto, svelando gli apparenti “misteri” lasciati insoluti dall’interpretazione letterale. |
Gian Maria Molli - fiorentino, classe 1945 ha pubblicato cinque opere di narrativa: Il Pozzo, racconti (Essegi, 1974) Dani il cinghialino, fiaba per adulti (Editoriale Sette, 1988) Zoo, romanzo breve (Campanotto, 1990) Fiori, racconti (Quaderni Pizzutiani, 2000) Visioni, racconti (Polistampa, 2006). Ancora inediti drammi e poesie. Da anni ha in cantiere un romanzo sperimentale e una quarta raccolta di racconti. La Rinascita di Dante è la sua prima opera saggistica. |