Il Libro de Apolonio (composto nel 1240 circa) fa parte delle opere del mester de clerecia, novità importante nel panorama letterario castigliano della prima metà del XIII secolo, che si presenta - secondo Francisco Rico - come la versione spagnola di una più generale tendenza europea a diffondere in volgare le riccchezze della cultura latina, caratterizzata dall'uso di un metro colto e regolare, la quartina monorima di versi alessandrini, o cuaderna via. Si tratta, più che di una scuola poetica, di una corrente o meglio dell' attività di scrittori colti che, nella quasi totalità, riuniscono in sé la doppia condizione di intellettuali e di uomini di chiesa. Il clérigo diventa il modello in ascesa dell'intellettuale, aperto, colto, curioso e disponibile nei confronti della nuova società urbana, in cui è sempre più rilevante il ruolo giocato dalla cultura e dalla formazione universitaria. Si capisce come mai il nostro autore sia così attento a rifinire di tinte urbane la sua opera.
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