La Turba costituisce riassunto e testimonianza della dottrina alchemica giuntaci dal mondo greco attraverso il mondo arabo. L'opera porta sulla scena antichi greci e nuovi filosofi. Tra i greci, Iximidrus, Exumdro, Pandolfo, Arisleo, Luca, Lucustor, e Eximene sono stati riconosciuti dagli studiosi per essere probabilmente Anassimandro, Anassimene, Empedocle, Archelao, Leucippo, Ecfanto e Senofane. Dei filosofi presocratici si è notato che i discorsi riportati, pur se riferiti ad argomenti ermetici, sono coerenti con le teorie che venivano loro attribuite in età classica. A questi si aggiungono Anassagora, Parmenide, Democrito, lo stesso Socrate, Platone e, primo tra tutti, il grande Pitagora, considerato il Maestro per eccellenza. Altri filosofi che compaiono nella fittizia assemblea sono evidentemente arabi o persiani. Per quanto riguarda i contenuti, è facile rendersi conto della continuità dottrinale dall'epoca più antica. Singolare è il punto di vista in cui si pone il Maestro che di volta in volta parla: cosmologico, spirituale, metafisico, morale o altro, a seconda dell'applicazione che vuol farne e del simbolismo usato. |