“L’immagine dell’uomo che la psicologia moderna ci presenta non è solo frammentaria, è miserabile. In realtà l’uomo è come sospeso tra l’animalità e la divinità; ora il pensiero moderno, filosofico quanto scientifico, non ammette in pratica che l’animalità. Noi vogliamo invece correggere e completare l’immagine dell’uomo insistendo sulla sua divinità [...]”. La caratteristica peculiare dell’uomo consiste nella sua intelligenza, e Frithjof Schuon afferma pertanto in un capitolo dell’opera: “La ragion sufficiente dell’intelligenza umana – senza la quale l’uomo non esisterebbe – è quello che essa sola è capace di raggiungere. Siamo fatti per essere lo specchio dell’assolutamente Reale, ossia per conoscere l’Assoluto movendo dalla relatività; e questo grazie all’illimitatezza della Possibilità divina, che non può escludere tale via indiretta della conoscenza del Sé. Ora conoscere la Realtà totale, vuol dire conoscerla per intero; ne consegue che l’uomo deve conoscere tutto il suo essere: deve volere quanto conosce, e amare quello che conosce e vuole, dato che l’oggetto supremo della sua conoscenza è appunto l’Assoluto. La certezza della conoscenza dell’Assoluto è assoluta, giacché coincide con Ciò che è... Noi vogliamo invece correggere e completare l’immagine dell’uomo insistendo sulla sua divinità; non che vogliamo fare di lui un dio, quod absit; intendiamo soltanto dar conto della sua natura vera, che trascende il terrestre e senza la quale non ha ragion d’essere. Questo crediamo di poter chiamare, in un linguaggio simbolico, la ‘trasfigurazione dell’uomo’”. |
Schuon Frithjof - Filosofo e mistico svizzero, nasce a Basilea nel 1907. Dal 1930 al 1932 lavora come disegnatore d’arte a Parigi, senza tuttavia trascurare gli studi di orientalistica, compreso quello dell’arabo. Poco dopo si reca in Africa settentrionale per studiarvi il Sufismo, in questo periodo conosce il maestro sufi Cheikh El-Allauoi. Il seguito della sua vita è caratterizzato da una serie di viaggi in vari paesi orientali; rende visita due volte a René Guénon al Cairo – con il quale collabora per due decenni alla rivista Etudes Traditionelles – il suo soggiorno in India viene invece interrotto dalla Seconda Guerra Mondiale. Più tardi nel 1959 e nel 1963 Schuon soggiorna a lungo presso gli Indiani dell’America del Nord, stringe amicizia con personaggi eminenti e viene adottato dalla tribù dei Sioux. L’interesse per le civiltà orientali e in particolare per la loro arte ha permeato tutta la vita di Frithjof Schuon. Dopo aver vissuto per quarant’anni in Svizzera sulle rive del lago Lemano, si ritira negli Stati Uniti, dove muore nel 1998 |