La pedagogia curativa viene applicata nelle Comunità Camphill per la cura, l'educazione e l'integrazione sociale di ragazzi disabili o disadattati. Essa si serve di una serie di terapie specifiche oltre che di strumenti educativi particolari, quali un programma scolastico adattato alle possibilità individuali e, soprattutto, un'accurata organizzazione della vita quotidiana. Il primo nucleo di questi centri educativi, che in seguito sono confluiti in un movimento internazionele, è sorto in Scozia nel 1940 ad opera del medico tedesco Karl Koenig, qui rifugiatosi durante il regime nazista. Il metodo si avvale di discipline specialistiche come la psichiatria, la psicologia, la pediatria e la sociologia, ed ha le sue radici scientifiche e culturali nella filosofia di Rudolf Steiner che vede nell'Io umano un'entità integra e inalienabile alla quale va garantita la possibilità di realizzare al meglio il proprio progetto di vita e la propria esperienza terrena, anche nelle situazioni più difficili. Gli ospiti delle Comunità Camphill soffrono in genere di disordini emozionali e comportamentali di varia natura oltre che di handicap fisici e neurosensoriali; essi vengono assistiti in unità familiari allargate, e suddivisi non in base alle loro patologie ma secondo un criterio che valorizza l'influenza reciproca tra soggetti di età differenti e portatori di handicap diversi. In questo modo una menomazione può trasformarsi in un nuovo potenziale umano di grande portata morale, salvaguardando la dignità personale di ciascuno. Insieme alla descrizione chiara e concisa di una importante corrente pedagogica moderna, questo libro offre uno spaccato di vita quotidiana nell'ambito di un esperimento sociale ricco di implicazione e di sviluppi. |