Vi sono aspetti ancora inesplorati nell' opera di Dante che riguardano il suo contenuto di dottrina. La maggior parte della critica si è dimostrata riluttante a prendere in considerazione, in manira sistematica, la possibilità che nell’opera di Dante sia presente, anche se dissimulata, una dottrina filosofico-religiosa eterodossa. Adriano Lanza con questo suo saggio sul Convivio vuol gettare uno scandaglio in questa direzione, proponendo dell’opera di Dante una lettura nuova, impregiudicata, che fornisca inedite aperture di senso. In particolare, egli ritiene che la più ampia e approfondita conoscenza di quella che è stata chiamata la Gnosi eterna (H. Cornèlis-A. Léonard), che ci vengono fornendo gli studiosi della materia, possa schiudere, con nuovi strumenti, l’acesso al contenuto esoterico dell’opera dantesca, dalla Vita Nuova al Convivio alla Commedia. A suo giudizio, il più profondo significato dell’opera di Dante può essere colto quando essa sia letta come la trascrizione di una esperienza personale, attraverso la quale, in virtù di una illuminazione rigeneratrice, al di là di ogni struttura istituzionale, dalla alienazione nel mondo l’anima è restituita alla sua condizione originaria, alla salvezza. In ciò sta l’attualità perenne di Dante. |