Le Upanisad sono parte integrante dei Veda, rappresentano un ramo della Tradizione Primordiale e costituiscono il Vedánta stesso nella sua essenza. L'espressione Veda-anta (fine dei Veda) va intesa nel doppio significato di "conclusione", essendo le Upanisad l'ultima parte dei testi vedici, e di "scopo" perché quanto vi è stato insegnato è lo scopo ultimo della Conoscenza tradizionale. Si può dire senza esagerazione alcuna scrive T.M.P. Mahadevan - che le Upanisad costituiscono la fonte principale del pensiero e della cultura indiani. Esse infatti hanno ispirato non soltanto le scuole ortodosse della filosofia indiana, ma anche alcune delle cosiddette scuole eterodosse, come per esempio quelle del Buddhismo. Il tema centrale delle Upanisad è la ricerca dell'Ultima Realtà, per cui rappresentano la Metafisica nella sua reale accezione. Questo tipo di ricerca non è fine a se stessa, infatti le Upanisad costituiscono modalità di contatto e strumenti di realizzazione e indicano, a tale fine, una sequenza concisa, compiuta che poco o nulla concede alla mente analitica. La Isa è una delle Upanisad maggiorí più antiche, il suo linguaggio semplice e magistrale non ha mancato di suscitare commenti, esegesi e spunti dottrinari. Sankara, il codifícatore del Vedànta Advaita, vi ha trovato la formulazione concisa del suo insegnamento. La Kaiva1ya insegna come per mezzo del discernimento intuitivo (viveka) e del distacco (vairàgya) si consegue lo stato di 1solamento" (kaiva1ya) o "Astrazione" totale dal mondo del divenire (samkàra). La Sarvasàra rispecchia la tematica fondamentale delle Upanisad più antiche, vi sono trattate le più ardite domande filosofiche che mente umana possa formulare e viene spesso citata per la sua importanza. L'Amrtabindu contiene un insegnamento prettamente metafisico e risolutivo che consente all'essere-jìva di riconoscere la sua più profonda e vera natura e di realizzare l'identità con l'Assoluto o Brahman nirguna. L'Atharvasira, di tendenza monista e quindi sivaita, contiene un dialogo in cui viene esposto un insegnamento che presenta delle sequenze ben precise per un opus realizzativo. E' da sottolineare che le cinque Upanisad sono ampiamente commentate da Raphael e sotto questa prospettiva possiamo dire che sono uniche rispetto alle altre edizioni presenti in Italia. Ciò è degno di nota in quanto le Upanisad si esprimono in un proprio linguaggio sintetico e se non si ha la "chiave" per una giusta comprensione esse restano oscure e incomprensibili. Raphael, sempre aderente al testo, ne dílucida i vari punti inquadrandoli ed estendendoli nel contesto dell'insegnamento tradizione Advaita (Non-dualità). fornendo così la chiave per comprendere il loro linguaggio simbolico, figurato, analogico. |