Johan Georg Gichtel nasce a Regensburg nel 1638. Dopo aver approfondito gli studi di legge, si occupò di teologia in ambiente luterano che peraltro ben presto abbandonò. Come tutti quanti i mistici della sua epoca subì, nel classico modello “visionario” del momento, l’esperienza tormentosa dell’emarginazione. Morì nel 1710, dopo una vita estremamente travagliata. Fu, in ogni caso, una straordinaria figura di esoterista che riuscì a formulare una composta teoria di sincretismo cristiano basata sulla tradizionale “philosophia perennis”. Usando per particolare intuito mistico l’intuzione del mondo come “evento” spiraloide, Gichtel propose in ambiente occidentale, senza evidentemente averne diretta notizia o nozione, la teoria degli Shath Chakra. Abbiamo quindi in questo libro uno straordinario esempio di compresenza “involontaria” tra due culture che presuppongono una significativa e reale identificazione, se non altro emozionale, con l’Essere. L’iconologia della Theosophia Practica o, come meglio Barracano indica, della Breve introduzione ed istruzione sui tre principi e i tre mondi dell’uomo, vuole ancora riproporre quell’opera di intesa-scontro che verrà poi a configurarsi come intesa-incontro tra microcosmo e macrocosmo. Barracano ha curato con esauriente introduzione e con una serie di colte note il testo di Gichtel, traducendolo per la prima volta in italiano dell’edizione di Amsterdam del 1736. Gichtel è in pratica la pietra angolare d’una certa alchimia cristiana che troverà i suoi moderni continuatori in Grillot de Givry, già pubblicato nella Biblioteca Ermetica, e in Schwaller de Lubicz. Gichtel, che fu ricordato in Italia per la prima volta da “Argo” e Julius Evola in un breve saggio nell’Introduzione alla magia del gruppo di Ur, s’offre qui ai lettori per la prima volta nella completa ed integrale traduzione italiana. |