Blaise de Vigenere nacque a Saint Pourçain nel 1523. Si preparò culturalmente a Parigi dove venne introdotto, dopo i suoi studi, a corte. La sua cultura enciclopedica, unita ad un meditato ed attento lavoro, gli permise di occuparsi oltre che in modo esteso e intenso della cultura ebraica, dell’esegesi biblica, ma anche di traduzioni che spaziavano dal greco al latino all’italiano. Si possono ricordare le traduzioni da Platone, Livio, Cicerone e tanti altri, persino dal Tasso. Primo segretario del duca di Nevers, uomo segnato dal destino, di una cultura notevolissima, va segnalato soprattutto per il suo Traité des Chiffres ou Secrets Manieres d’escrire e ancor più per il Tractatus de Igne et Sale che apparve in varie edizioni nel 1608 a Parigi, nel 1649 nell’edizione inglese e che qui si presenta per la prima volta nell’edizione italiana. Testo di intensa dimensione alchemica, il Trattato del Fuoco e del Sale offre il preciso spartiacque tra una cultura “operativa” e il suo insegnamento spirituale. Tante, forse troppe, le indicazioni che Blaise de Vigenere offre al lettore. Il lettore ne scoprirà gli elementi di valida citazione, così come ne verificherà il gusto barocco. La vita di Blaise de Vigenere fu affastellata da angosce dell’epoca e da personali drammi. Pare morisse nel 1596 in modo tragico, una agonia sofferta che sembra si determinasse per un cancro alla bocca, come ricordano documenti dell’epoca, per cui, nonostante tutti i rimedi di medici e chirurghi, morì soffocato. Il suo trattato può considerarsi uno dei massimi testi d’alchimia operativa, e la pratica, come si è detto, non è mai disgiunta dalla spiritualità. |