L'Autore, che da mezzo secolo è l'interprete indiscusso della Sophia perennis, non ha certo bisogno di una presentazione, dato che la sua autorità nell'ambito della tradizione, della metafisica e della spiritualità è unanimemente riconosciuta. In questo suo primo libro, apparso nel lontano 1948 e che, tradotto in circa una decina di lingue, ha fatto quasi il giro del mondo, Schuon spiega con la sua consueta competenza che "il vocabolo 'esoterismo' è così spesso usurpato per mascherare le idee meno spirituali e più dannose possibili, e quel che si conosce delle dottrine esoteriche è così frequentemente plagiato e deformato che non vi è soltanto beneficio, ma addirittura obbligo di fare intravedere, da una parte ciò che è l'esoterismo autentico e ciò che non lo è, e dall'altra quello che costituisce la solidarietà profonda ed eterna di tutte le forme dello spirito". E venendo al tema principale del libro, che dà il titolo allo stesso, precisa che "se parliamo di 'unità trascendente', vogliamo dire con ciò che l'unità delle forme religiose deve essere attuata in modo puramente interiore e spirituale, e senza tradimento di nessuna forma particolare. Gli antagonismi tra queste forme non recano danno alla Verità una e universale più di quanto gli antagonismi tra i colori non nuocciono alla trasmissione della luce una e incolore". |
Schuon Frithjof - Filosofo e mistico svizzero, nasce a Basilea nel 1907. Dal 1930 al 1932 lavora come disegnatore d’arte a Parigi, senza tuttavia trascurare gli studi di orientalistica, compreso quello dell’arabo. Poco dopo si reca in Africa settentrionale per studiarvi il Sufismo, in questo periodo conosce il maestro sufi Cheikh El-Allauoi. Il seguito della sua vita è caratterizzato da una serie di viaggi in vari paesi orientali; rende visita due volte a René Guénon al Cairo – con il quale collabora per due decenni alla rivista Etudes Traditionelles – il suo soggiorno in India viene invece interrotto dalla Seconda Guerra Mondiale. Più tardi nel 1959 e nel 1963 Schuon soggiorna a lungo presso gli Indiani dell’America del Nord, stringe amicizia con personaggi eminenti e viene adottato dalla tribù dei Sioux. L’interesse per le civiltà orientali e in particolare per la loro arte ha permeato tutta la vita di Frithjof Schuon. Dopo aver vissuto per quarant’anni in Svizzera sulle rive del lago Lemano, si ritira negli Stati Uniti, dove muore nel 1998 |