Se riconosciamo nel corpo uno specchio, possiamo percepire e capire meglio noi stessi, e accettare di più anche il nostro corpo. Diventiamo più comprensivi, più benevoli, più coerenti, il rapporto con noi stessi e con gli altri, e la nostra anima riprende vigore.
Dal punto di vista del corpo, chi siamo? Quali compiti, quali sfide sono insite nel nostro essere, quali opportunità ci offre il nostro essere-così? Le risposte a queste domande le troviamo nel corpo, nel suo aspetto, nella sua forma esteriore.
Il nostro corpo parla un suo linguaggio, ma Dahlke non si riferisce al linguaggio – pure anch’esso ricco di significati – dei gesti e degli atteggiamenti, bensì al fatto che una persona, a partire dal suo aspetto, mostra già, in modo più o meno evidente, come è fatta e quali compiti le sono stati assegnati.
Quando interpretiamo l’immagine che ci mostra lo specchio, tocchiamo livelli profondi del nostro essere e prendiamo coscienza delle opportunità insite in noi che aspettano solo di essere colte e realizzate.
E chi riconosce chiaramente cosa può o non può raggiungere, si risparmia molta fatica ed evita delusioni.
Pertanto l’obiettivo del libro è quello di delineare, attraverso un’attenta osservazione del nostro aspetto fisico, il percorso di vita più adatto a noi, e al quale siamo destinati. Quanto più vivremo in armonia con noi stessi e con le nostre “dotazioni”, tanto più rapidamente e facilmente ci apparirà anche ciò che può esserci di aiuto.
Per poter approfittare di tutte queste chance dobbiamo avere più amor proprio e, al tempo stesso, amare il prossimo come noi stessi.
È giunto il momento, dunque, osservarci, di ri-conoscerci e di prenderci cura di noi, prima che lo facciano – o che debbano farlo – altri. |