Oggi, del Physiologus e,del suo anonimo Autore, soltanto pochissimi ricordano l'esistenza. Ma, se non il suo nome, i contenuti del Physiologus e il suo profondo simbolismo, hanno attraversato intatti i secoli, dando spessore alle metafore, alla predicazione, all'arte sacra e profana, ispirando generi letterari e regalando un po' di colore e un po' di antico mistero anche alla lingua quotidiana. Scritto ad Alessandria d'Egitto, in greco, nel II secolo dopo Cristo, il Physiologus fu tradotto e copiato nelle più importanti lingue antiche, e le versioni latine ispirarono per tutto il Medioevo un fitto intrecciarsi di traduzioni e rielaborazioni in tutte le lingue europee. Antesignano dei Bestiari e dei Lapidari medievali, questo testo tratta delle proprietà naturali, ma sarebbe meglio dire soprannaturali, di alcuni animali, piante e pietre; tali descrizioni naturali, originariamente a se stanti, furono arricchite in epoca più tarda da citazioni bibliche in chiave esegetica accuratamente scelte, e da commenti di tipo religioso- morale che resero questo testo molto adatto alla predicazione cristiana. Proprio a questi fini fu infatti utilizzato per tutto il Medioevo, e di esso si dirà che "la sua fama gli apriva naturalmente le porte e i portoni di qualunque monastero". La sua diffusione, nelle varie versioni medievali, fu veramente vastissima, e le nature animali in esso contenute fornirono per secoli argomenti alla letteratura edificante ed omiletica, cioè alle omelie dei parroci, dei vescovi e dei santi; anche al di fuori della tradizione diretta, quindi, il materiale proveniente dal Physiologus era noto, diffuso e autorevole. L'utilizzazione a fini morali e religiosi fu, com' è comprensibile, un validissimo aiuto all'affermarsi di questo testo, ma non ne costituiva storicamente l'intento originario, e neppure ne esauriva il messaggio in senso profondo. |