In quest’opera il Wirth ha raccolto tutti i suoi scritti relativi all’Alchimia. In particolare, egli tratta del simbolismo ermetico nei suoi rapporti con l’Alchimia e la Massoneria: argomento di vasto interesse che solo un vero iniziato come il Wirth avrebbe potuto affrontare con adeguata conoscenza e competenza. Lo stesso autore conferma che, trattandosi di materia esposta in tempi diversi, essa non appare né omogenea, né sistematica; ma tale forma di esporre sarà certamente utile al lettore, poiché lo metterà in condizione di coordinare i dati messi a sua disposizione, eliminando eventuali ripetizioni e conciliando apparenti discordanze. Non è detto, infatti, che il significato dei simboli debba essere univoco. Pur senza mentire, essi possono dire allo stesso tempo sia bianco, sia nero, dal momento che la realtà è complessa, ed è la nostra natura che tende a semplificarla. Le parole cambiano, possono essere ingannevoli o insufficienti, mentre i simboli rispecchiano completamente e invariabilmente la complessa realtà che sono chiamati ad esprimere. Oswald Wirth, iniziato ben noto per la sua opera “I Tarocchi”, fu un potente caposcuola della scienza Alchemica massonica. L’Alchimia di cui egli tratta, più che alla trasformazione dei metalli in oro, tende alla trasformazione dell’uomo per renderlo degno di entrare in possesso di quell’oro dei sapienti che apre tutte le porte del mondo. |
Oswald Wirth - Vissuto tra la seconda metà dell'Ottocento e i primi del Novecento, affiliato alle principali società segrete, seppe recepire e sintetizzare il pensiero e i principi delle più importanti correnti iniziatiche, servendosene per l'interpretazione dei segreti della Grande Opera, e dedicandosi allo studio dell'Alchimia, della Cabala e dei Tarocchi. Le Edizioni Mediterranee hanno pubblicato il suo celeberrimo I Tarocchi (1924), uno dei migliori testi sull'argomento, e il testo medico-filosofico L'imposizione delle mani. |