Giustiniano Lebano (1832-1910) fa parte di quella Schola Neapoletana che nei luoghi che ha accolto le spoglie di Virgilio, ai piedi dell’Oracolo Cumano, ha custodito e tramandato, se pur per ascosi sentieri, il nucleo esoterico della Tradizione Italica, accogliendo una catena iniziatica, espressione dell’unità sapienziale e cuore della Roma Arcana trasmessa fino a noi nel poema sacro dell’Eneide.
Nell’antichità più remota vi erano due Mondi: uno apparente, l’altro occulto. Nel primo vi abitavano i Mortali, nell’altro, adelio, occulto, gli Immortali, altrimenti detti Filosofi, Palladi, Divi, Patrizi, Nobili, Olimpici, che con mano invisibile e con Oracoli regolavano il Fato e così governavano la grande massa dei Mortali, o Plebei.
Essi erano i possessori della Ermeneutica Sacra o Sapienza Palladia, da Pallade/Minerva datrice dell’olio con cui si tenevano accese le lampade degli ascosi luoghi dove si custodivano i segreti dei Misteri della Conoscenza Sacra, espressa con linguaggio geroglifico, il terzo (il primo è il demotico, il secondo lo ieratico), “a sacre impressioni”, inconcepibile da chi non era iniziato alle dottrine Palladie Aporrezie, le quali potevano essere apprese dagli eletti nelle profonde Arche, Arcana Arcanorvm, o Urbi.
Formto cm 12 x 17 - Pagine 192 |