La dottrina drudica è ancora oggi quasi completamente sconosciuta. “I sapienti non mettevano per iscritto le loro cognizioni”, affermano Françoise Le Roux e Christian-J. Guyonvarc’h, due specialisti del mondo celtico. Non si può quindi accedere ad alcuna conoscenza diretta e bisogna sempre fare sempre riferimento a testi di seconda mano, cioè ai resoconti stilati dagli autori classici (Tacito, Strabone, Cesare e Diodoro Siculo). Questi ci hanno però trasmesso solo approssimazioni, riflessioni alterate dalla loro cultura. Alcuni, per esempio, li reputavano dei teologi o filosofi, simili ai santoni indiani, immersi nello studio della natura e in comunione con gli dèi. Secondo Giulio Cesare, essi costituivano una casta cui gli aspiranti potevano accedere solo dopo lunghi studi: erano allo stesso tempo sacerdoti e detentori del sapere, ma soprattutto tramandavano la memoria dei Celti privilegiando la trasmissione orale, perché non volevano congelare la scienza, da loro considerata in perenne evoluzione.
Morgan Brooks raccoglie e mette a confronto notizie, leggende, testi classici, nonché i manufatti rinvenuti recentemente dagli archeologi e, con uno studio serio e documentato, fa compiere al lettore un favoloso balzo indietro nel tempo, fino agli albori del Medioevo, facendolo sprofondare nelle radure e nelle foreste dell’Europa occidentale. Il suo è un saggio indispensabile per tutti gli appassionati di spiritualità, mitologia celtica, magia bianca o medicina druidica. |