Il termine "spagiria" attribuito da molti a Paracelso e comunque d'origine secentesca, riconduce l'alchimia alle sue origini prefigurandola prima della fable e connotandola come una conoscenza che non quantifica "intellettualmente" le note della propria osservazione, ma avverte l'invisibile - si badi non ineffabile - enigma della quantità trasformarsi in qualità. Le origini più antiche dell'alchimia si ripropongono nella spagiria, offrendo una koinè quanto più possibile desimbolizzata e nello stesso tempo costantemente metaforica. Il testo di Le Breton, finora mai pubblicato in italiano, si presenta ora in questa collana nella traduzione di Augusto Pancaldi e risulta essere uno specchio fedele ed esaustivo delle modalità spagiriche. |