Questo volume costituisce un ulteriore e fondamentale contributo alle ricerche finora condotte sull’enigmatica Confraternita dell’Aurea Rosacroce, di origine italiana e risalente al XVI secolo.
Sono qui pubblicate le parti più importanti di un manoscritto italiano dell’Aurea Rosacroce conservato a Napoli, contenente testi che dimostrano un’avanzata conoscenza della pratica dell’alchimia in seno alla Confraternita, nonché gli statuti del 1678 della Confraternita nella loro integralità, che testimoniano della sua esistenza sin dal 1542-1543.
Grazie alla riscoperta di un ermetista italiano del XVIII secolo, il conte Francesco Onofrio da Marsciano, e di un suo manoscritto conservato a Vienna, sono emerse inoltre nuove e importanti informazioni riguardo alla Confraternita dell’Aurea Rosacroce di cui è mostrato l’arcaico emblema, già illustrato e spiegato (ma passato totalmente inosservato) dal filosofo ermetico Ludovico Conti, membro dell’Aurea Rosacroce e autore del primo trattato specialmente dedicato all’alkahest, pubblicato a Venezia nel 1661.
Altre informazioni provenienti da Marsciano hanno permesso ai curatori di recuperare all’Aurea Rosacroce anche un testo contenuto nel Theatrum chemicum, intitolato Rythmi germanici.
Il volume presenta inoltre: i primi documenti che fanno riferimento all’Aurea Rosacroce; una traccia italiana alle origini de Le Nozze chimiche; le implicazioni dell’Aurea Rosacroce con la Voarchadumia di Giovanni Agostino Panteo, con Giovan Battista Agnello, John e Arthur Dee; testimonianze indirette dell’Aurea Rosacroce in Italia in un cenacolo ermetico gravitante intorno ai Gonzaga che vede protagonisti Giacomo Antonio Gromis, Cesare Della Riviera e Angelo Ingegneri; il reperimento di un fratello dell’Aurea Rosacroce tedesca, Paulus Stein.
Il volume è corredato da una bibliografia inedita di testi manoscritti e a stampa che fanno esplicito riferimento all’Aurea Rosacroce. |